Cinquant’anni fa il nostro mondo era un posto diverso, con problemi diversi e criticità diverse. Il mondo postindustriale ha dato origine al progresso sociale ed economico ed il design industriale ha rivoluzionato i beni di consumo, diventando il simbolo del progresso moderno. Le persone hanno accolto con favore prodotti più desiderabili e uno stile di vita migliore.

Oggi il nostro mondo invece deve affrontare una nuova serie di sfide perché il sistema in cui viviamo si è dimostrato insostenibile e le conseguenze di questo modus operandi sono ormai sotto gli occhi di tutti.

I cambiamenti della nostra epoca hanno enormemente aumentato la complessità della nostra realtà e delle sfide ad essa connesse, per questo è indispensabile un cambiamento anche nel nostro modo di affrontarle. 

In questo contesto il concetto stesso di design è cambiato e non è più relegato a fattori estetici, a forme e colori. Il design è lo strumento per plasmare la realtà che ci circonda, è un’attività interdisciplinare, che necessita di diverse competenze e che cerca di migliorare la qualità della vita delle persone sia con metodo che creatività.

In questo contesto si colloca il nuovo approccio del Design Sistemico.

Si tratta di un nuovo modo di porsi e un nuovo punto di vista sulla progettazione. Il Systemic Design fonda le sue radici teoriche nella biologia e nella cibernetica. Questi studi partivano dall’analisi del mondo naturale per arrivare a concepire la realtà come un insieme di sistemi complessi, non lineari, connessi internamente ed esternamente da una fitta rete di relazioni. TALE nuovo paradigma definisce una visione olistica o di ecologia profonda, che vede il mondo come un tutt’uno piuttosto che come una serie di parti separate e riconosce la fondamentale interdipendenza di tutti i fenomeni.

Questa nuova visione del mondo ha fortemente influenzato anche il mondo del design portando anche nel campo della progettazione una piccola rivoluzione. 

Il design sistemico parte infatti dal presupposto che qualsiasi progetto (di qualsiasi ambito, dal product design al service design) sia da considerare come un elemento che andrà ad inserirsi in un contesto ben preciso e con cui dovrà integrarsi perfettamente.

Il design sistemico offre uno sguardo diverso con cui guardare al nostro mondo. Si tratta di una visione critica e allo stesso tempo ottimistica perché riesce ad individuare nelle sfide e nelle criticità delle opportunità di cambiamento e miglioramento.

Il processo di progettazione sistemica è human centered, cioè ha un approccio che cerca di entrare in profonda empatia con le persone, gli utenti finali, che sperimentano un problema al quale il progettista cerca di dare una soluzione. Il suo sguardo ampio però estende l’osservazione anche a tutti quagli attori, che pur non essendo gli utenti destinatari, orbitano attorno o saranno coinvolti nel progetto.

Creare delle forti relazioni tra gli stakeholders permette al progetto di auto-evolversi nel tempo ed essere quindi più forte e resiliente ai cambiamenti del contesto in cui si inserisce. 

Un altro punto fondamentale del design sistemico è quello di prendere in esame tutto il processo di vita di un prodotto, andando ad individuare lungo tutta la filiera i possibili output, o scarti. Questi vengono considerati non come qualcosa di poco valore o di cui disfarsi, ma come una risorsa preziosa, potenzialmente utile per un altro processo, e quindi da reimmettere nel territorio in cui si posiziona il progetto. 

Il design, quindi, può essere una nuova chiave di lettura del mondo che stravolge la prospettiva abituale, riuscendo a raggiungere una visione amplificata dei progetti, delle criticità e del sistema mondo. Il design si pone quindi come un efficace strumento per interfacciarsi anche alle problematiche ambientali che, sempre di più, sono riconosciute come sfide complesse e che richiedono un ripensamento completo ed urgente della nostra società e del nostro modello produttivo e di consumo.

È in questa cornice culturale che nasce il progetto di Set – Sustainable Event Toolkit, sviluppato in collaborazione con il Comitato organizzativo di Lille World Design Capital 2020. 

Il progetto si basa sull’idea che gli eventi siano un elemento alla base della nostra socialità e quotidianità, in grado anche di veicolare importanti messaggi e valori, tra cui anche quelli relativi alla sostenibilità. Un paio di esempi eccellenti sono sicuramente il festival DGTL di Amsterdam e Barcellona e il We Love Green a Parigi durante i quali non mancano infatti momenti dedicati a Talks e workshop sui temi della sostenibilità. 

Nonostante il forzato arresto di quest’anno, negli ultimi decenni l’industria degli eventi si è evoluta e ingrandita, vedendo sbocciare in continuazione nuovi format e nuove occasioni di socialità. L’altro lato della medaglia di questa espansione è il conseguente aumento dell’impatto del settore sull’ambiente circostante, che viene riconosciuto sia dagli stessi organizzatori che dal pubblico che vi partecipa, sempre più attento alle tematiche della sostenibilità ambientale.

La sostenibilità di un evento è un concetto alquanto recente dal momento che ha iniziato ad esser tema di discussione solo a partire dalla fine del 1900 e per questa ragione è una tematica in continua evoluzione e aggiornamento. La complessità dell’argomento teorico si duplica nel momento della sua messa in pratica nella realizzazione dell’evento. Questo perché gli aspetti da tenere in considerazione per diminuire l’impatto ambientale di un evento sono innumerevoli e gli attori coinvolti nel processo di creazione e realizzazione sono altrettanto numerosi. Inoltre, il concetto stesso di evento racchiude un certo grado di unicità, che rende quindi ciascuna manifestazione diversa da un’altra anche per piccoli dettagli.

Ciò implica che sia difficile creare e suggerire delle strategie per la riduzione dell’impatto ambientale che si adattino a qualsiasi evento e alle sue specifiche esigenze. Dall’analisi svolta a supporto del progetto, era inoltre emerso che gli strumenti disponibili e rintracciabili dagli organizzatori, come guide, manuali e check list, risultassero poco flessibili e genericamente non in grado di considerare tutte le variabili connesse all’evento.

Il prototipo SET si propone quindi come una possibile soluzione a queste problematiche, proponendo una piattaforma e multiutente, collegando in un network collaborativo i diversi attori coinvolti, e multifunzionale, unificando al suo interno diversi tool per il supporto dell’organizzatore nelle diverse fasi di sviluppo di un evento sostenibile. 

Le varie sezioni della piattaforma sono infatti studiate per guidare l’organizzatore nel percorso verso la riduzione dell’impatto ambientale dell’evento, partendo dalla pianificazione di strategie fino al corretto report delle stesse e dei risultati ottenuti. 

Il progetto è stato esposto nella mostra della Maison della Circular Economy, evento della programmazione ufficiale di Lille WDC 2020.

L’autrice dell’articolo Francesca Cappa / UI/UX Designer da Stellantis e ICoD Senior Lecturer